Pasolini dunque cercò di affermare che ogni persona, individuo, comportamento ed atteggiamento giocarono un ruolo strettamente importante e significativo per i giovani ed adolescenti in quanto sono condizionati dalla società e dalle continue informazioni, positive o negative, che questa gli trasmette ed il fanciullo deve apprendere da sé ciò che ritiene giusto dalle “cose” stesse.
giovedì 20 novembre 2008
Nel diverso linguaggio delle parole e delle cose.
Pasolini dunque cercò di affermare che ogni persona, individuo, comportamento ed atteggiamento giocarono un ruolo strettamente importante e significativo per i giovani ed adolescenti in quanto sono condizionati dalla società e dalle continue informazioni, positive o negative, che questa gli trasmette ed il fanciullo deve apprendere da sé ciò che ritiene giusto dalle “cose” stesse.
Il differente ruolo dei genitori, maestri, televisione, giornali, coetanei nell’età adolescenziale
I genitori hanno il ruolo di informare e tutelare il fanciullo trasmettendogli determinati valori come quello della famiglia; inoltre hanno il dovere di far crescere nel ragazzo dei dubbi per fargli meglio comprendere se l’atteggiamento che sta tenendo sia o no idoneo per quella determinata situazione.
Gli insegnanti ed i maestri hanno il compito di tenere la mente del giovane elastica ed aperta in quanto devono trasmettergli dei saperi teorici e pratici che gli serviranno per tutta la vita; anche in questo caso i dubbi sono necessari poiché ,in base a questi , il ragazzo cercherà di trovare una soluzione ai propri problemi e nello stesso tempo crescerà.
Marshall McLuhan in “La Galassia Gutenberg” inserì il termine equilibrio sensoriale percependo ed osservando i media (televisione e giornali) come estensione dei sensi , dichiarando che l’uso di tecnologie diverse influisce sull’organizzazione dei sensi umani e quindi ne influenza anche il linguaggio creando delle distorsioni a livello di metacomunicazione (perciò il messaggio ha la funzione di trasmettere un’informazione che rappresenta il contenuto).
Secondo me i pareri dei propri coetanei sono di fondamentale importanza in quanto il giovane è costretto a confrontarsi con loro per gran parte della sua vita e, in base ai consigli che gli verranno dati, il fanciullo potrà decidere cosa è meglio per lui analizzando il problema da diversi punti di vista.
Adolescenza: Il valore del dubbio nella crescita umana
Goleman tentò di parlare di questo dubbio attraverso l’intelligenza emotiva ovvero quella miscela equilibrata di motivazione, empatia ed autocontrollo che consente all’individuo di sviluppare una capacità di adattamento all’ambiente e di inseguire i propri sentimenti per poi saper sfruttare e gestire al meglio ogni situazione ed inconveniente. L’intelligenza emotiva si caratterizza in base a due competenze che possono potenziarla per tutto l’arco della vita, tendendo ad aumentare in proporzione alla consapevolezza dei propri stati d’animo.
Queste competenze sono: la competenza personale o, in altre parole, il senso critico che riguarda il modo in cui controlliamo noi stessi e le nostre emozioni; e la competenza sociale che considera il modo in cui gestiamo le relazioni ed i rapporti con gli altri.
Un’altra capacità per comprendere il senso del dubbio è il metodo della ricerca ovvero quando il ragazzo mette in pratica ciò che ha appreso dalla società, dai suoi genitori e coetanei per cercare di risolvere un determinato problema. Il ragazzo così si mette in gioco attuando il campo della motivazione in quanto, se il fanciullo viene opportunamente motivato ,potrà aspirare ad un maggiore risultato ed ,in seguito,realizzare un obiettivo più alto. La spinta a cercare di realizzarsi, secondo Maslow, è propria della natura umana e il progresso, che porta a un completo sviluppo dell’individuo si attua mediante una graduale soddisfazione dei propri bisogni. Quindi chi non è riuscito ad appagare alcuni bisogni fondamentali ( come quelli del cibo, del riposo, di un certo grado di sicurezza) non può dedicarsi ad altri più elevati.
Contrapposizione e commento tra "L'isola di Arturo" e "Jack Frusciante è uscito dal gruppo"
L’adolescenza vista nei libri:"Jack Frusciante è uscito dal gruppo" di Enrico Brizzi
Il film tratta la storia di un adolescente bolognese, Alex, e dei suoi tormenti tardo adolescenziali. Alex, iscritto al penultimo anno del "bigio Liceo Caimani", bassista di un gruppo Punk-Rock formato assieme ai suoi amici di sempre, un giorno riceve la telefonata di una ragazza che conosce di vista, Adelaide detta Aidi, che gli propone di cominciare a studiare insieme.I due cominciano a frequentarsi sempre più assiduamente fino a che, poco a poco, Alex s'innamora di Aidi. La ragazza, però, prende tempo sapendo di aver vinto una borsa di studio per gli Stati Uniti l'anno seguente. Alex se la prende molto, finendo in parte per trascurarla, in parte a darsi al divertimento con gli amici. Alla fine di una serata in discoteca, l'amico più grande Martino, figlio di una ricca famiglia bene della città, viene trovato in possesso di droga, arrestato e rilasciato poco dopo. Il colpo è tremendo, sia per lui che per Alex. Caduto in forte depressione, Martino si suicida con la pistola del padre. Alex, che riceve la lettera di suicidio di Martino, è sconvolto. Non sapendo in chi trovare supporto e non potendosi rifugiare nella sua famiglia, con cui già più volte aveva litigato per problemi legati all'uso di droghe di Martino, trova un grandissimo appoggio in Aidi. Sarà solamente grazie a lei che Alex riuscirà a ritrovare la serenità. Questa dolorosa circostanza riavvicinerà i due e forse li legherà ancora più di quanto già non fossero. Alla fine dell'anno, in occasione della festa di arrivederci per Aidi, i due avranno finalmente il coraggio di dichiararsi, anche se in ritardo. Il distacco per Alex sarà doloroso, ma educativo.
L'adolescanza nei libri...”L’isola di Arturo” di Elsa Morante
Arturo è nato sull'isola di Procida e vive lì tutta l’infanzia e l’adolescenza. Tutto ciò che è legato al padre per lui è sacro.Arturo è orfano della madre: nei momenti di assenza del padre vive in compagnia della sua cagna Immacolatella a cui è molto legato e non ha mai conosciuto una donna. Quando il padre porta a casa una nuova sposa Arturo viene inconsapevolmente attratto e prova sentimenti che non aveva mai provato prima e che non riesce a spiegarsi, per esempio non riesce nemmeno a chiamarla per nome. Nelle lunghe assenze del padre sono loro soli a vivere nella grande casa. Nunziata si rivolge sempre ad Arturo, ma lui non le dà mai retta .Tutto cambia quando a loro si aggiunge il piccolo Carmine, il figlio di Nunziatella e del padre. Nella stessa notte in cui nasce il bambino cambiano infatti le cose;solo allora incomincia a capire cosa prova veramente per lei. Arturo diventa geloso: capisce che non può più comportarsi come prima.Così per attirare l'attenzione di Nunziatella,Arturo decide di fingere il suicidio. Il suo piano funziona e Nunziatella lo ricopre di attenzioni. Ma Arturo rovina tutto quando decide di darle un bacio sulle labbra ma lei lo rifiuta.Intanto Arturo fa conoscenza di un'amica di Nunziatella con la quale vivrà una storiella. Arturo verrà deluso anche dal padre , perché scopre che non è il grande eroe che aveva sempre stimato fin dall'infanzia, ma un omosessuale zimbello di tutti.Ormai deluso non ha più motivo di rimanere sull'isola.
Consiglio per i genitori.come trattare con gli adolescenti secondo lo Psicologo Aceti
E’ importante non assumere, nei confronti del ragazzo, atteggiamenti di rivalsa o di distacco; al contrario, bisogna dimostrargli interesse ed affetto, cercando di seguirlo e di comprenderlo nei suoi nuovi interessi ed anche nelle sue piccole "manie".
Dargli fiducia
Bisogna trattare il giovane come un piccolo adulto, mantenendo vivo il colloquio e rispettando, entro certi limiti, le sue opinioni ed i suoi gusti: abbigliamento, pettinatura, modo di esprimersi, gusti musicali, ecc. Bisogna capire che il ragazzo cerca una propria strada autonoma che necessariamente riflette abitudini e costumi dei coetanei, con i quali egli si confronta ogni giorno. Il giovane ha bisogno di identificarsi in un gruppo che gli dia sicurezza e tranquillità: “adeguamento al branco".
Progettualità
Per favorire il raggiungimento di un certo grado di maturità, è necessario concedergli un minimo di autonomia decisionale. Così, dargli una "paghetta" settimanale, dalla quale non derogare mai, serve a fargli comprendere il valore del denaro e contribuisce a renderlo un buon amministratore di se stesso. Allo stesso scopo è necessario concedergli una certa libertà, ma, nel contempo, stabilire, nell'ambito della vita familiare, alcuni punti fermi, come: curare la propria stanza, rispettare le ore dei pasti, limitare il tempo dedicato alla "dannosa" TV, stabilire le ore ed i giorni in cui può uscire con gli amici.
Schema dell'adolescenza secondo lo Psicologo Aceti
Gli adolescenti attualmente vivono in un’epoca in cui si privilegia la cultura del corpo ed i maggiori problemi derivano da questo.
Attraverso la televisione ci vengono presentati degli ideali assurdi che vanno ad intaccare la mente delle persone ed, in particolar modo, degli adolescenti che stanno affrontando un periodo di transizione tra l’infanzia e quello della giovinezza.
La cultura del corpo si può suddividere in tre fattori:
1. Peso: dal quale possono derivare più problematiche come, per la ragazza, l’anoressia e la bulimia; nel ragazzo si presenta invece come un semplice disordine dell’alimentazione. Questi problemi di solito avvengono quando i ragazzi hanno una concezione di sé poco sviluppata o, in qualunque caso, negativa.
2. Statura: è un problema che riguarda principalmente l’emisfero maschile in quanto il ragazzo troppo basso non si sente all’altezza di alcuni compiti e fatica ad esprimere i propri sentimenti.
3. Sessualità: che comporta tre tematiche :
– mestruazione per la ragazza;
– eiaculazione per il ragazzo;
– caratteri secondari sessuali come la crescita della barba e lo sviluppo del seno,tipica di questa età.
I problemi derivati da queste tre tematiche (peso,statura,sessualità) possono essere superate diventando padroni del proprio corpo dunque dobbiamo imparare a conoscerlo,sapere a cosa serve, comprendere completamente sé stessi.
Altra argomentazione può essere la dimensione affettiva relazionale (istinto-io-relazione) che,a sua volta,comporta cinque tematiche:
1. rapporto con l’adulto:l'adolescenza rappresenta una fase di rapida crescita che corrisponde al passaggio dall'età infantile a quella adulta. Durante questo periodo il ragazzo cerca di conquistare una sua indipendenza e di costruire una propria identità anche al di fuori della famiglia. A questo scopo egli deve riuscire a distaccarsi psicologicamente e materialmente dall'ambiente familiare e costruire una nuova immagine di sé che rifletta una personalità più adulta e più matura.Questo processo di trasformazione provoca nell'adolescente sentimenti nuovi e ambivalenti: ansia, timore di non riuscire , ambizione , desiderio di successo e di riconoscimenti. Ma, un sentimento predomina sugli altri ed è la netta intenzione di liberarsi dal controllo e dall'autorità della famiglia.
2. masturbazione: provocare l’orgasmo sessuale mediante la manipolazione degli organi genitali.
3. crisi di identità: il giovane impressionato dalle improvvise e rapide trasformazioni del proprio corpo e delle proprie funzioni ed imbarazzato dai nuovi stimoli e dalle nuove pulsioni che ne derivano, finisce per andare incontro ad una vera e propria "crisi di identità". Il che significa semplicemente che il giovane non sa più esattamente né chi è né come deve comportarsi.
4. il 100% dei ragazzi raccontano bugie: è un problema che l’adolescente ha con sé stesso e questo comportamento gli serve per liberare l’immagine.
5. cotta attrattiva: la maggior parete delle volte diventa difficile esprimere all’altro i propri sentimenti;tante volte la “cotta” si può manifestare attraverso una gelosia dove la ragazza/o cerca di farsi notare oppure si soffre in silenzio.
Le relazioni sociali dipendono:
1. famiglia:dalla quale il ragazzo cerca di distaccarsi per emanciparsi,si ribella per ottenere maggiore libertà;
2. gruppo dei pari:
– POSITIVO:questo influenza in ragazzo con atteggiamenti ottimali;
– NEGATIVO:questo influenza il ragazzo negativamente in quanto lo
indirizzerà in una brutta strada,con obiettivi scadenti e criminali.
3. scuola:dove si formano alcune amicizie importanti e dove si sviluppa il carattere dei ragazzi.
Attraverso quali strumenti l’educatore può promuovere nell’educando il superamento di un’erronea valutazione di sé
I fattori che determinano il grado d'autostima
L'importanza dell'autostima nel processo di crescita
la differenza fra divertimento,distensione e ricreazione
Lo scopo del divertimento è appunto svagarsi, distrarsi dai problemi quotidiani per provare delle emozioni nuove e piacevoli; è una gioiosa improvvisazione motoria poco strutturata.
Un altro modo importante per passare il tempo libero è la distensione che si basa su un hobby, sull’artigianato fai-da-te o collezioni in genere…questi nuovi oggetti non vengono considerati dal ragazzino come veri e propri giocattoli ma essi assumono un rilievo formativo, e diventano utili per la creatività e la socializzazione poiché sono giochi che allenano la manualità.
La ricreazione serve all’individuo per arricchire i propri aspetti personali interagendo con altre persone e suoi coetanei; è una pausa tra un periodo e l’altro di lavoro o di studio e serve per ripristinare il corpo e lo spirito.
La differenza tra le varie tipologie di gioco
Esso è un’attività strutturata che tende a raggiungere una gratificazione individuale o di gruppo e può acquisire significati diversi, sia negli animali che nell’uomo; e al tempo stesso soddisfa le esigenze fisiologiche di sviluppo dell’organismo attraverso il movimento.
Esistono varie tipologie di attività ludica, delineate da R. Callosi “I giochi e gli uomini. La maschera e la vertigine”, che si stanziano mediante diverse tappe:
· PAIDIA che si proietta fuori da schemi istituzionali tramite la spontaneità, è istintivo e caratterizza la prima infanzia; in questa categoria rientrano le corse, i salti, ecc…
· LUDUS riguarda i giochi istituzionalizzati e quindi strutturati. In questa attività si agisce sempre per realizzare un obiettivo, si tratta di giochi di strategia come le carte, le costruzioni, ecc…
· AGON non richiede abilità o competenze specifiche poiché riguarda giochi di competizione e gare. Tutti i partecipanti partono dalle medesime condizioni di partenza, poiché si cerca di far emergere l’abilità del giocatore nel pieno rispetto delle regole condivise.
· ALEA richiama i giochi in cui la vittoria è determinata dal destino, dal fato. Deriva dalla possibilità di poter sfidare la sorte e in questa categoria rientrano tutti i giochi d’azzardo.
· MIMICRY è caratterizzata dalla maschera, dalla finzione e dall’imitazione; si muove in una dimensione fittizia come le recite e le simulazioni.
· ILINX è rappresentata dallo sballo, la voglia di evadere dagli schemi convenzionali della vita quotidiana, dallo stordimento. In questa categoria possiamo trovare divertimenti come i videogiochi, le giostre, ecc…
Il gioco è stato fatto oggetto di studio particolare da parte della psicologia infantile.
G . Stanley Hall ha tentato di spiegare i comportamenti ludici che appaiono nel bambino alle diverse età come un riapparire di attività che hanno caratterizzato lunghi periodi della evoluzione della specie; K. Groos (Il gioco dell’uomo) ha invece ipotizzato che il gioco costituisce un pre-esercizio di attività proprie della vita adulta: la bambina giocherebbe con la bambola preparandosi a svolgere funzioni materne.
Per quanto riguarda lo sviluppo intellettuale bisogna ricordare le tesi di J. Piaget . Egli sostiene che il gioco si verifica tutte le volte che, avendo acquisito un’abilità o compiuto una scoperta, il bambino cerca di far aderire allo schema motorio o cognitivo appena acquisito oggetti nuovi, con il risultato di esercitare le abilità e le scoperte stesse. Proprio da questo esercitare gli schemi acquisiti da poco deriverebbe il parallelismo creatosi fra le caratteristiche che il gioco assume con il progredire dell’età e le caratteristiche dei processi mentali di cui il bambino diviene via via capace, e quindi di distinguere varie fasi nell’evoluzione del gioco infantile, in parallelo con le fasi dell’evoluzione mentale:
· 12-18 mesi è il periodo del gioco percettivo-motorio, poiché il bambino prende gli oggetti, li butta l’uno contro l’altro, li dispone su un piano, ecc… sono attività ludiche che consolidano acquisizioni recenti e rafforzano il senso di sicurezza nel bambino, delle proprie capacità.
· 18 mesi al gioco percettivo-motorio si affianca il gioco simbolico. Gli oggetti vengono considerati come simboli di altri oggetti non presenti così il bambino esercita la capacità appena acquisita di immaginare realtà non presenti con questa il linguaggio verbale.
· 5 anni i giochi simbolici, prima individuali, diventano sociali richiedendo la collaborazione di più bambini con ruoli complementari.
· Dai 7-8 anni si sviluppa l’empatia e la capacità di svolgere giochi con regole in cui la comprensione e il rispetto di determinate norme diventano l’elemento dominante.
· Dagli 11-12 anni si sviluppa la capacità di immaginare con facilità situazioni ipotetiche per dedurne delle conseguenze.
Il gioco umano, sia infantile sia adulto, raggruppa dunque schemi comportamentali molto diversi fra loro.
L'importanza della fiaba
Rappresentano l’intelligenza che accompagna l’uomo a sviluppare creatività e abilità.
Ci mostrano il comportamento di uomini con i quali vorremmo identificarci, le persone che vorremmo essere; le fiabe sono anche storie particolari in cui accadono cose straordinarie dove si verificano eventi che ci sembrano impossibili, che indicano sempre un cambiamento del problema da risolvere.
La fiaba ci parla per mezzo di simboli, immagini originali che spesso non siamo in grado di capire. Rispetto a quelli dei miti, i simboli che incontriamo nelle fiabe raffigurano sviluppi evolutivi più vicini all’uomo.Il simbolo ha molti significati infatti ci deve far soffermare su esperienze ed emozioni personali ed in seguito ci deve manifestare qualcosa, ci deve far scoprire colpi di scena che possiamo comprendere solo in modo graduale.
Le fiabe, attraverso i simboli, ci mettono in comunicazione con il nostro inconscio e ci toccano anche sul piano emotivo perché molte volte ci immedesimiamo in un personaggio anche in base al nostro stato d’animo. Inoltre hanno molto da insegnarci su noi stessi, su come siamo e su come potremmo essere. Le fiabe innescano un processo evolutivo che racchiude in sé la speranza e la possibilità di superare le difficoltà.
L’immagine della fiaba è un’immagine nostra, ma al tempo stesso è di un altro mondo e questo crea la giusta distanza per affrontare “un nostro problema” che si riversa nell’immagine. Incantesimi, sortilegi, maledizioni di streghe, divoramenti di orchi servono per farci comprendere che ci sono delle trappole lungo il nostro sentiero, lungo la nostra vita e come Pollicino, dovremmo imparare a riconoscere con le briciole di pane il nostro cammino ed anche saper affrontare delle decisioni; gli orchi da sfidare, le matasse da filare… sono le infinite strade ed ostacoli da percorrere della nostra vita.
E poi i colpi di scena che vengono vissuti dai protagonisti della favola ci vogliono infondere sicurezza, tranquillità e fiducia nel senso che ogni ostacolo si può superare e non ci dobbiamo demoralizzare subito in partenza.
Ci accorgeremo dunque che le fiabe non sono state inventate per addormentare i bambini ma che hanno un potente significato nascosto che è quello di aiutare l’uomo a trovare la propria strada e la consapevolezza di sé.Concludendo possiamo dire che tramite la fiaba la persona, in questo caso il bambino, riesce a far emergere conflitti e disagi che prima non riusciva a mostrare.
il valore dell'espressione "pensare in modo libero e aperto" come obiettivo dell'insegnamento
Importanza dell' autodidattica come obiettivo della didattica
All’interno della didattica troviamo l’ambito dell’ autodidattica ovvero quei requisiti che si apprendono da sé, di chi si è istruito ed ha ampliato la propria cultura senza frequentare scuole e senza l’aiuto di insegnanti. In questo senso l’autodidattica è un obiettivo della didattica, ovvero, quest’ultima cerca di proporla attraverso degli strumenti quali: la possibilità di documentarsi e di approfondire certi argomenti da sé; ricercando su vari testi, enciclopedie ed utilizzando internet. Possiamo dire che l’autodidattica forma una persona più capace, volubile e versatile in quanto il suo pensiero diviene divergente.
Il significato e la reciproca differenza dei termini "formazione" e "istruzione"
La sfera cognitivo-intellettuale si riferisce ai processi di costruzione del pensiero e alle competenze cognitive dunque alle abilità percettivo-motorie, linguistiche, logiche, creative e immaginarie. Questo tipo di formazione deve dare la possibilità ad ogni persona di ricercare alcuni strumenti di sapere necessari per muoversi e operare in una società costituita da molteplici culture. È dunque necessario strutturare un percorso formativo che sviluppi le varie competenze di tipo primario, intermedio, convergente e divergente; attraverso questo processo sarà possibile sfruttare il potenziale cognitivo che caratterizza la mente umana e promuovere le differenti forme in cui l’intelligenza si manifesta permettendo a ciascun individuo la possibilità di valorizzare le proprie differenze individuali.
La sfera socio-affettiva fa riferimento alla costruzione di una personalità equilibrata, autonoma e responsabile. Questo tipo di formazione richiede la capacità di predisporre adeguati contesti e percorsi formativi che incoraggino il passaggio dalla semplice capacità di stare con gli altri alla possibilità di condividere delle idee, valori, emozioni e sentimenti.
Questo duplice collegamento del concetto di formazione consente a sua volta di recuperare al suo interno il pensiero dell’ educazione-istruzione poiché questi due ambiti si influenzano a vicenda.
Il significato originale ed etimologico della parola educazione viene dal latino exducere che significa letteralmente condurre fuori, quindi liberare, far venire alla luce qualcosa che è nascosto. L'idea deriva dalla filosofia platonico-socratica, secondo la quale imparare non è altro che un "ricordare" dalla nostra passata esistenza, e che tale conoscenza deve essere "condotta fuori" da noi tramite la maieutica (l’arte del far partorire, ovvero condurre fuori). L'educare, dunque, coincide nel guidare e formare qualcuno e va distinta dalla istruzione, intesa come insieme delle tecniche e delle pratiche per mezzo delle quali un individuo è istruito mediante un insegnamento teorico o tecnico-operativo di nozioni di una disciplina, di un'arte, di un'attività. Tuttavia istruzione e educazione possono fondersi quando l'insegnante cerca di favorire la comprensione autonoma da parte degli allievi, instaurando con loro un dialogo "esplorativo" e stimolando la loro creatività nell'apprendimento.
Cos'è l'educazione? Ovvero..quando una persona è pienamente educata.
Scolastico in quanto l’individuo deve essere appunto educato ad attingere dal proprio bagaglio culturale per diventare ciò che vuole diventare,far emergere le proprie potenzialità.
Comportamentale in quanto l’individuo deve assumere degli atteggiamenti e posture adatte al luogo e alle persone a cui si sta rivolgendo;deve mostrare rispetto per se e per la società.
Secondo me non intercorre una netta differenza tra i pensieri degli adulti e dei ragazzi perché vediamo e viviamo l’educazione come un rispetto reciproco,uno scambio sempre aperto di valori sociali e civili.
In pedagogia si intende per educazione l’insieme delle iniziative individuali o collettive che tendono ad orientare l’individuo verso obiettivi prefissati,è un processo di interazione sociale e trasmissione culturale mediante il quale il soggetto struttura e matura la propria personalità.
Chi è l'educatore?!??!
L'educatore pone al centro del suo agire la persona nella sua complessità ed ha gli strumenti per evolversi ed adattarsi a qualsiasi cambiamento.
Comunque secondo me, come essere educante, è suo dovere trovare la strategia che possa dare, (anche se a volte in forma temporanea e soprattutto individualizzata) benessere o sollievo al problema e alla "creatura" stessa.
Chi è l'animatore?!?
Ma che cosa significa essere "animatori - educatori"?Come si fa a prepararsi per diventare "animatori - educatori"?E quali sono le caratteristiche di base per esserlo?
Essere animatore o educatore significa innanzitutto assumere delle responsabilità (fisica, affettiva, igienica, alimentare, ecc.), e l'assunzione di "responsabilità" comporta di riflesso l'instaurarsi di una relazione con qualcuno,la nostra "creatura".
A sua volta ogni relazione instaurata con l'altro è "un'attività" che deve e vuole essere educativa...
Dunque l'animatore non è solo figura che intrattiene attività relazionali, ma anima e promuove attività creative che concorrono a favorire e a sviluppare il campo delle esperienze del bambino e per fare questo l'animatore si avvale di determinate competenze tecniche (animazione,lavoro di gruppo,dibattiti alla finedi ogni attività per far comprendere lo scopo di quel determinato gioco).
Chi è dunque animatore e chi educatore? Lo voglio scoprire con voi,voglio capire quali sono le competenze dell'uno e dell'altro...