martedì 27 gennaio 2009

Peter Pan ...e la letteratura italiana


Analizzando il libro “Le avventure di Peter Pan”, di J. M. Barrie, mi sono accorta che vi è una componente panica corrispondente a Neverland (l’isola che non c’è) poiché questa vive in simbiosi con lo stato d’animo del protagonista.
In “Alcyone”, D’Annunzio, pone come tema centrale le metamorfosi che testimoniano la completa unione fra l’uomo e la natura; inoltre ogni dato sensoriale si alleggerisce e il paesaggio diventa stato d’animo.

Con Pascoli invece ho riscontrato delle corrispondenze con la poetica del fanciullino e alcune liriche (“Myricae” e “I Canti di Castelvecchio”).
Nel fanciullino è espressa una concezione della poesia come attività non razionale, come perenne capacità di stupore infantile, come riscoperta del bambino che è rimasto dentro di noi, nonostante il passare degli anni.
Nelle liriche si può vedere l’ideologia del nido, la paura dell’amore e di tutti quei sentimenti che possono allontanare l’affetto dei famigliari; in entrambe le raccolte vi è il susseguirsi di paesaggi campestri, delle stagioni e l’attenzione per le piccole cose.

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