martedì 27 gennaio 2009

...Peter Pan ci insegna che...


Affrontando il tema di "Peter Pan" ho capito che non bisogna voler crescere in fretta,
bisogna assaporare ogni momento della nostra vita e
soprattutto di quell’età spensierata che è l’infanzia.
L’infanzia può essere considerata come “elogio del dionisiaco”,
della fantasia e della creatività;
età complessa ma ricca di aspettative e significati nascosti
.
Nelle società in cui viviamo si tende a sopprimere il bambino che c’è in noi,
il nostro “io”interiore , ovvero la nostra coscienza.
Attraverso l’arte surrealista si cerca di liberare il proprio “io”,
ci si lascia guidare dall’inconscio
che rivela la nostra realtà nascosta e a volte ignara a noi stessi.
Pascoli, Hugo e Baudelaire hanno visto nell’arte poetica una sorta di elevazione;
l’andare oltre l’immaginabile e liberarsi dagli schemi razionali (logica adulta)
per rivelare il mistero della vita, presente anche nelle cose più umili.
A mio avviso Peter Pan ci vuole educare a guardare la vita con occhi nuovi;
con appunto l’innocenza di un bambino e
non cadere sui soliti pregiudizi che la società ci ha trasmesso.

Bisogna però porre l’attenzione
sui problemi che può portare il “rimanere per sempre bambini”:
si rischia di rimanere inglobati su un'altra realtà , la nostra Neverland.

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